Circa il 15% della popolazione europea sperimenta episodi cronici di acufene, un disturbo uditivo che si manifesta con la percezione di un fischio all’orecchio in assenza di un rumore esterno. Una sorta di allucinazione dell’udito. Anche se, in realtà, di allucinazione non si tratta in quanto parliamo di un disturbo reale, seppur percepito esclusivamente da chi ne soffre.
Fatta eccezione per l’acufene pulsante che, invece, può essere riscontrato anche da uno specialista esterno.
Le cause dell’acufene sono attualmente sconosciute, tuttavia gli esperti indicano una serie di possibili fattori di rischio direttamente collegati a condizioni uditive. Ma anche a tappi di cerume, ansia, stress, patologie cerebrali e altro.
Diversi studiosi avanzano l’ipotesi che l’acufene cronico sia riconducibile anche a motivazioni genetiche.
Tra questi, si configura un’equipe di studiosi tedeschi e spagnoli, i quali hanno provato a rispondere ad una semplice domanda: l’acufene reiterato dipende da una particolare predisposizione genetica?
Acufene e variabili genetiche: lo studio
“I contributi genetici all’acufene sono difficili da determinare a causa dell’eterogeneità della condizione e della sua ampia eziologia”, scrivono gli autori dello studio pubblicato sulla rivista Genetics in Medicine.
Gli studiosi hanno raccolto i dati di oltre 10 mila coppie di gemelli per individuare la presenza di eventuali componenti genetiche che possono incidere sull’insorgenza di acufeni ricorrenti.
“Gli studi che coinvolgono i gemelli offrono un potente strumento per la ricerca delle influenze familiari (ambiente precoce genetico e condiviso)”, precisano i ricercatori.
Gli autori hanno confrontato i tassi di concordanza caso per caso, così da ricavare coefficienti di ereditabilità attraverso procedure di analisi statistica.
Gli esiti dello studio
I risultati ottenuti suggeriscono che l’ipoacusia bilaterale potrebbe essere influenzata da specifici fattori genetici.
“Per la prima volta, abbiamo dimostrato la misura in cui l’età e il sesso possono influenzare le componenti genetiche e ambientali negli individui con acufene bilaterale, fornendo una stima di ereditabilità relativamente alta per l’acufene bilaterale di 0,68 per gli uomini e 0,62 per le donne di età inferiore ai 40 anni”, si legge tra le conclusioni degli studiosi.
In generale, gli esiti evidenziano che l’incidenza dell’acufene aumenta con l’età con un picco dai 70 anni in poi per gli uomini e dagli 80 anni in poi per le donne. Sebbene non vi sia accordo su un potenziale pregiudizio di genere, i dati indicano che gli uomini sono più inclini a sviluppare l’acufene. Sia unilaterale che bilaterale.
In contrasto con questi risultati, i punteggi di ereditarietà dell’acufene generale sono apparsi simili tra uomini e donne.
Nel complesso, il presente studio conferma quanto già si sapeva, ovvero che l’acufene è un disturbo multifattoriale che include fattori genetici e non. Il dato più interessante è il peso rilevante dei geni nell’insorgenza di acufene bilaterale.
“Proponiamo quindi che una predisposizione genetica possa essere importante per lo sviluppo di alcune forme di acufene e che i fattori non genetici possibilmente abbiano un ruolo predominante nel controllare se un soggetto geneticamente predisposto progredirà verso l’acufene”, concludono gli autori.
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