Così come accade per le restanti parti del nostro organismo, anche l’apparato uditivo risente dell’usura del tempo dovuta agli anni che passano. Questa condizione che vede le persone anziane avere difficoltà a sentire voci e suoni, nota come presbiacusia, si esprime con tante piccole manifestazioni del vivere quotidiano, tra cui la difficoltà a sentire l’audio proveniente dalla tv o la tendenza ad alzare il tono di voce in maniera inconsapevole.
Tuttavia, l’impedimento più significativo e debilitante per gli anziani dovuto ad una condizione uditiva deficitaria riguarda senz’altro le difficoltà riscontrate durante le conversazioni. L’ascolto e la comprensione diventano spesso compiti estenuanti per gli anziani con problemi di udito. Le parole sembrano farfugliate e i rumori ambientali, spesso, peggiorano la situazione: ciò contribuisce a incrementare isolamento sociale e depressione durante la terza età.
A questo proposito, gli apparecchi acustici possono rivelarsi utili?
Domanda alla quale ha provato a rispondere un team di ricercatori italiani provenienti da vari centri accademici tra cui l’Università di Modena e Reggio Emilia (Sezione di Otorinolaringoiatria e Audiologia), l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona (Divisione di Otorinolaringoiatria) e l’Università degli Studi di Milano (Unità di Audiologia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico).
Il ruolo degli apparecchi acustici per gli anziani
“Lo scopo del presente studio era di indagare i vantaggi dell’uso degli apparecchi acustici in relazione al sollievo dall’affaticamento correlato all’ascolto, che è ancora controverso”, si apprende dall’abstract pubblicato su Audiology Research.
L’affaticamento da ascolto è un disturbo comune tra gli anziani con presbiacusia e si pensa anche che dipenda dal sovraccarico cognitivo necessario per compensare la disabilità uditiva.
Per questo motivo, gli autori hanno osservato un campione di 49 persone anziane affette da presbiacusia ai quali era stata prescritta l’adozione di apparecchi acustici, misurandone lo sforzo di ascolto (fatica cognitiva, fisica e psicosociale) attraverso la Modified Fatigue Impact Scale, ovvero un protocollo che consente ai medici di valutare la fatica in base ad alcuni parametri oggettivi.
I partecipanti hanno svolto una prima sessione di valutazione comprendente una raccolta di dati socio-demografici e anamnesi. L’esame otologico comprendeva otoscopia, audiometria del tono puro, timpanometria e test di soglia del riflesso acustico.
Risultati dello studio
“Questo studio mostra che la suscettibilità all’affaticamento cognitivo e ai fallimenti cognitivi negli anziani affetti da ipoacusia lieve e moderata è stata alleviata dall’uso di apparecchi acustici, in assenza di gravi disturbi psichiatrici”, si legge tra le conclusioni degli studiosi.
Nello specifico, gli studiosi hanno confermato che l’uso di dispositivi acustici consente una migliore comprensione delle parole nel rumore per gli anziani affetti da ipoacusia sia lieve che moderata.
“Questi risultati suggeriscono anche che sarebbe utile includere una scala multidimensionale della fatica e un questionario per valutare i vuoti cognitivi della vita quotidiana nella valutazione standard dei soggetti anziani con problemi uditivi. Questo potrebbe essere utile per fornire un feedback sulla loro fragilità sensoriale e per migliorarla attraverso la riabilitazione dell’udito”, concludono gli autori.
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