Iperacusia e l’eccessiva sensibilità ai suoni

Se è vero che non sentire bene può causare diversi problemi ed essere fonte di disagio sociale, è altrettanto vero che sentire “troppo” alcuni suoni può avere le medesime ripercussioni negative sul vivere quotidiano. 

Premessa: è bene specificare che per iperacusia non s’intende avere una capacità uditiva eccessivamente sviluppata, al contrario di quanto si potrebbe dedurre dal termine. L’iperacusia, in realtà, è un’eccessiva sensibilità ad alcuni suoni quotidiani considerati innocui nella maggior parte dei casi. 

Per esempio, chi soffre di iperacusia può provare persino dolore quando sente una risata o il rumore di un asciugacapelli

A differenza della fonofobia che si manifesta con un’intolleranza episodica rispetto a determinati suoni o della misofonia che, invece, è riferita soltanto alle reazioni eccessive nei confronti di alcune tipologie di suoni ritenuti fastidiosi (es. masticare, gessetto sulla lavagna ecc.), l’iperacusia è una condizione più generica con sintomi soggettivi che vanno dal dolore alla testa ad un’influenza negativa su benessere mentale e umore.

Fino a rendere più complicata la vita di chi ne soffre.

Alcuni studi, per esempio, riportano una spiccata correlazione tra misofonia e acufene. Inoltre, dal punto di vista statistico risulta un’associazione abbastanza frequente della misofonia anche con una perdita uditiva in corso (ipoacusia). 

Come si diagnostica l’iperacusia?

Il primo passo, come spesso accade per le problematiche uditive, è quello di eseguire test audiometrici in grado di restituire la sensibilità acustica a determinate frequenze. Tuttavia, trattandosi di una condizione sfuggente dal punto di vista clinico, la misurazione dell’iperacusia si basa soprattutto sull‘autovalutazione del paziente e sulla descrizione dei sintomi.

Alcuni addetti ai lavori supportano l’intento diagnostico con specifici esami tra cui il test LDL, finalizzato a valutare l’intensità del disagio acustico, e l’impedenzometria

Classificazione e trattamento dell’iperacusia

Di norma, vengono proposte diverse classificazioni in base all’intensità di volume, fastidio, paura o dolore. In linea generale, non esiste una definizione univoca e, di conseguenza, una categorizzazione condivisa di questo disturbo. Può avere diversa gravità e diversi livelli di sopportabilità. Spesso, le persone affette da questa condizione hanno l’impulso di uscire dalla stanza dove viene riprodotto il suono a cui si è insofferenti.

L’iperacusia, purtroppo, non prevede cure definitive, ma trattamenti o percorsi riabilitativi in grado di rendere più facile la convivenza con questa sensibilità. Si tratta perlopiù di terapie del suono alla stregua di quelle intraprese anche per gestire i sintomi dell’acufene (la TRT) che possono aiutare a “rieducare” il cervello al rumore.

Tuttavia, si tratta di strategie di gestione generalmente impiegate per i pazienti che riportano l’iperacusia come disturbo secondario. Oppure, come parte di un insieme di sintomi. Pertanto, è essenziale che la ricerca compia passi in avanti verso l’individuazione di approcci terapeutici mirati esclusivamente alla risoluzione del problema specifico.

Intanto, ti invitiamo a contattarci e a prenotare un controllo uditivo gratuito presso uno dei nostri centri acustici.

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