Bambini, scuola e perdita di udito: cosa fare?

Abbiamo già parlato di bambini e perdita uditiva: un udito debole in tenera età comporta una serie di ripercussioni particolarmente significative sullo sviluppo del linguaggio e sull’apprendimento scolastico, motivo per cui intervenire tempestivamente attraverso azioni mirate alla riabilitazione uditiva dei più piccoli diventa cruciale per consentire loro di crescere nel miglior modo possibile. 

Tuttavia, la questione della diagnosi precoce riscontra delle difficoltà di metodo. E se lo screening neonatale attraverso audiometria oggettiva consente di identificare le sordità congenite, le cose diventano più complicate quando c’è da rilevare le progressive perdite uditive che sono di lieve entità alla nascita e che invece si accentuano durante la tarda infanzia

Queste forme di perdita uditiva restano spesso non identificate e senza cura.

Che ruolo può avere la scuola?

È la domanda che si pone l’OMS nel suo report sulla salute uditiva nel mondo. La risposta non fa una piega: la scuola certamente può essere una fondamentale opportunità per fare prevenzione e diffondere cultura sull’udito su larga scala. 

“Considerata l’importanza dell’udito nell’istruzione, la frequenza dei problemi di udito in età scolare e la necessità di inculcare comportamenti di ascolto sicuri in tenera età, l’inclusione delle cure per l’udito e l’udito nei servizi e nelle iniziative sanitarie scolastiche è essenziale”, si legge sul documento.

Quali test eseguire?

L’esame audiometrico si è rivelato un test efficace per valutare la qualità uditiva dei bambini in età scolare. Tuttavia, un approccio simile richiede una strumentazione piuttosto costosa, competenze ad hoc che non sempre possono essere garantite per un’azione ad ampio raggio e altri limiti inerenti al metodo.

Altre opzioni per lo screening richiedono l’uso di software, telemedicina o audiometria senza cabina silente

Ad ogni modo, queste dovrebbero essere integrate con otoscopia, timpanometria e test delle emissioni otoacustiche: quest’ultimo esame è importante soprattutto per valutare le situazioni in cui i bambini non sono in grado di seguire la lezione.

Complessivamente, emerge la difficoltà di attuare un piano di screening scolastico a causa dei costi elevati e di aspetti metodologici: ecco perché, a detta dell’OMS, sono necessarie ulteriori ricerche in questo settore per creare standard di valutazione dei costi e sviluppare stime generalizzabili in base alla singola area, così da poter definire un protocollo. 

Lo screening scolastico è davvero efficace? Il caso studio in Polonia

Tra marzo e giugno 2008 è stato organizzato un programma di screening dell’udito nelle scuole implementato nelle aree rurali e nelle piccole città della Polonia orientale, raggiungendo più di 92.000 bambini di età compresa tra 7 e 12 anni

Nel 2010, il programma è stato esteso anche alla parte occidentale del Paese, nell’ambito di un progetto che includeva controlli per orecchie, udito e occhi. 

L’esito riscontrato è stato piuttosto significativo: quasi il 14% dei bambini sottoposti allo screening sono stati identificati con perdita dell’udito e invitati ad eseguire ulteriori cure e trattamenti.

Il dato particolarmente preoccupante è stato che oltre il 58% dei genitori di quelli identificati con perdita di udito non si rendeva conto che esisteva un problema per il loro bambino. Inoltre, il 27% dei bambini non aveva mai fatto un controllo dell’udito se non da neonato e il 41% non riceveva cure specialistiche per affrontare la perdita uditiva. 

Senza lo screening, scrivono gli esperti OMS, è probabile che la maggior parte dei bambini con perdita dell’udito sarebbero rimasti non curati, con i conseguenti costi in termini di salute pubblica e qualità della vita.

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