Fare sport aiuta il cervello delle persone con sordità

Forse il suggerimento di praticare sport con il clima torrido di questi giorni potrebbe apparire un tantino azzardato. È noto, però, che l’attività fisica rappresenti una preziosa strategia di benessere, oltre ad essere uno dei più importanti approcci di prevenzione a 360°. Anche per chi ha problemi di udito. 

Non a caso, una recente pubblicazione scientifica su Audiology Research ha evidenziato come lo sport rappresenti un utile espediente per contrastare il rischio di demenza associato all’ipoacusia e alla sordità. Altri studi, infatti, hanno già messo in evidenza che i problemi di comunicazione derivanti dalla perdita di udito possano accelerare il processo di declino cognitivo. E di come l’utilizzo degli apparecchi acustici sia un prezioso supporto per sventare questa minaccia.

Il ruolo della memoria visuo-spaziale

Un deficit cognitivo, di norma, altera la memoria spaziale, ovvero la capacità di ricordare – per esempio – dove si trova un oggetto a partire da un dettaglio ambientale del luogo in cui è conservato. È una sorta di memoria di lavoro a breve termine che consente di memorizzare e manipolare temporaneamente le informazioni spaziali. Si tratta, però, di una memoria limitata, abbastanza vulnerabile alle interferenze e che gradualmente diminuisce nel corso della vita, anche in assenza di patologie cerebrali.

Tuttavia, in caso di ipoacusia, la riduzione di memoria spaziale è accentuata poiché il cervello, per adattarsi all’ipoacusia, parziale o totale, modifica le proprie “abitudini” per adattarsi alla carenza uditiva.

Sport e benefici per il cervello dei non udenti: lo studio italiano

Un team di ricercatori italiani ha osservato un campione composto da 104 soggetti affetti da sordità dopo averlo suddiviso in due gruppi, over e under 65. I partecipanti erano in prevalenza di sesso maschile (77 uomini e 26 donne) con età media di 49 anni e tutti presentavano ipoacusia bilaterale grave o profonda. La perdita di udito era dovuta a fattori ereditari in 41 casi, per motivi sconosciuti in 32 e post-infettiva in 31. 

Dei 104 volontari, 73 hanno dichiarato di praticare regolarmente vari sport a differenza dei restanti 31. Inoltre, gli autori hanno preso in esame anche la nazionale italiana di pallavolo delle ragazze sorde, medaglia d’argento alle Paralimpiadi 2018 e agli europei 2019. 

Dopo aver misurato la presenza di eventuali deficit vestibolari attraverso il Video Head Impulse Test (v-IHT), gli autori hanno valutato la memoria di lavoro visuo-spaziale di tutti i partecipanti sottoponendoli al test di Corsi, ovvero un test di misurazione della quantità di informazioni visuo-spaziali che si riescono ad immagazzinare nella memoria recente. Questa prova richiede attenzione spaziale e consiste nella riproduzione corretta di alcune sequenze di blocchi, così come illustrata dallo sperimentatore.  

Le conclusioni dello studio

In generale, i soggetti affetti da ipoacusia cronica e/o deficit vestibolare unilaterale o bilaterale hanno mostrato una memoria visuo-spaziale meno efficiente delle persone sane. Questo gap, però, è stato annullato per le persone che praticavano attività sportiva.

Abbiamo già dimostrato come la riabilitazione vestibolare sia in grado di migliorare significativamente la memoria spaziale di soggetti affetti da deficit vestibolare monolaterale o bilaterale. Lo studio sottolinea che l’attività fisica, se praticata regolarmente, consente di ottenere gli stessi risultati in soggetti con ipoacusia profonda, indipendentemente dal deficit vestibolare, dove la memoria visuo-spaziale è mediamente inferiore rispetto ai coetanei sani”, si legge tra le conclusioni degli autori. 

Lo studio mostra che, in entrambi i sessi, l’attività fisica migliora queste funzioni cognitive promuovendo gli stessi meccanismi di plasticità cross-modale che supportano l’adattamento funzionale nella perdita dell’udito e nel deficit vestibolare cronico”, aggiungono i ricercatori. Pertanto, è chiaro che, nei pazienti con questo deficit fin dall’infanzia, si suggerisce di sostenere e raccomandare l’attività fisica.

Allo stesso modo, lo sport può rappresentare un prezioso alleato per chiunque abbia perdite uditive anche meno gravi. Attenzione, però, a non esagerare con gli sforzi fisici durante i periodi più caldi dell’anno. E di ricordarsi di bere tanta acqua per non correre il rischio di restare disidratati. 

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