Il coleosteoma è un accumulo di materiale epiteliale in prossimità della membrana timpanica e dei tre ossicini. Colpisce, in genere, un orecchio soltanto e si distingue in coelosteoma congenito o acquisito.
Il coleosteoma si definisce congenito quando l’accumulo di residui epiteliali si verifica su una membrana timpanica integra e quando il paziente non ha una storia clinica di otorrea o traumi all’orecchio. Si manifesta come una massa bianca, ben visibile grazie all’otoscopia, nella regione superiore della cassa timpanica. Questa patologia è osservabile nei bambini in età pediatrica e le sue cause sono da ricercarsi nel processo di formazione dell’embrione. Durante l’embriogenesi, intorno alla 33° settimana, alcuni residui epiteliali squamosi restano intrappolati nella casa timpanica e si accumulano nell’orecchio medio, dando origine al in coelosteoma congenito. Questa forma è molto rara
Invece, il coleosteoma acquisito si verifica a seguito di infezioni all’orecchio che bloccano il passaggio dell’aria attraverso la tromba di Eustachio e creano una sorta di tasca. Qui si accumulano i residui epiteliali che, dopo diversi anni, formano il coleosteoma.
I sintomi e terapia per il coelosteoma congenito
Il sintomo più evidente del coelosteoma congenito l’otorrea maleodorante. Con il termine otorrea si definisce la fuoriuscita di secrezioni dal canale uditivo. Nel caso di questa patologia, essa deriva dal disfacimento della massa infetta del coelosteoma.
Il secondo sintomo è l’ipoacusia, cioè il calo dell’udito. È dovuto al coinvolgimento dei tre ossicini dell’orecchio medio e, se la malattia progredisce, può intaccare anche la coclea. Altri sintomi che possono sopraggiungere sono acufeni, mal di testa, labirintite, fino alla paralisi del nervo facciale e alla perforazione del timpano.
Esiste una sola terapia contro il coelosteoma congenito, ed è un’operazione chirurgica. Si possono effettuare due diverse procedure: la timpanoplastica aperta o chiusa. La prima ricostruisce il timpano lasciando integra la parete del condotto uditivo sterno e l’aspetto dell’orecchio, ma il tasso di recidiva è più elevato. La seconda invece prevede la distruzione della parete, che resta aperta ed esposta, ma consente di identificare subito le recidive. Tuttavia, alcuni pazienti non possono sottoporsi all’operazione chirurgica. In questo caso ci si limita a lavaggi chirurgici che dovrebbero diminuire l’erosione ossea, non eliminano il coleosteoma congenito.
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